Manifestare e dire che siamo in collera, esprimere la nostra rabbia, non solo non è sbagliato ma ci aiuta a star meglio con gli altri. Inoltre, ogni volta che reprimiamo la collera, la nostra autostima peggiora, poiché non prendiamo seriamente in considerazione i nostri bisogni e valori e non riusciamo ad esporli efficacemente agli altri (rischiando di far implodere dentro di noi quell’energia di cui la rabbia è fatta).
Usare efficacemente la propria rabbia nelle relazioni, significa prima di tutto accorgersi di provarla e poi essere consapevoli, saperne il perchè. Quando siamo in collera possiamo riconoscere i nostri bisogni, sia personali che relazionali, e possiamo farli vedere, comunicarli agli altri. La rabbia è infatti spesso una giusta espressione del nostro risentimento per un torto subito e una richiesta di riparazione.
Ma esprimere la rabbia in modo sano non vuol dire esplodere verbalmente o essere violenti, significa piuttosto affermare se stessi, comunicare i propri bisogni, farsi vedere. Un uso sano della rabbia non porta a svalutare o minacciare l’altro, ma neanche a danneggiare se stessi. La collera sana ha a che fare con l’equilibrio tra noi e gli altri, e con l’assertività.
Usate lo schema seguente (in corsivo le spiegazioni e gli esempi) per esercitarvi a comunicare efficacemente la collera:
“QUANDO TU…
in questa parte della consersazione è utile descrivere i comportamenti (o azioni) dell’altro e/o le sue parole, insomma far vedere all’altro le cose che ci danno fastidio; conviene essere chiari e precisi, accurati, nella descrizione – esempio: non dite ‘Quanto sei odioso o sciocciante’ ma piuttosto. ‘Quando tu mi chiami … e usi quel sorrrisetto sulle labbra e lo ripeti più volte…’
IO SENTO…
in questo parte della comunicazione dobbiamo esprimere, parlare della nostra rabbia: abbiamo un problema con il comportamento o le parole dell’altra persona e questo problema ci porta a sentire una lieve tensione, irritazione, frustrazione o addiritura ira. Possiamo esprimere queste emozioni direttamente e in prima persona- esempio: “sono molto arrabbiato, offeso, deluso, stanco, irritato… non sopporto… mi da fastidio…”.
PERCHÉ AVREI AVUTO BISOGNO DI…
PERCHE’ PER ME E’ IMPORTANTE…
PERCHE’ CREDO, PENSO CHE…
qui esprimiamo i nostri bisogni, diritti, valori, istanze – esempio: ‘Credo di meritare rispetto’ oppure: ‘Penso che siamo tutti uguali’ o anche:’Non mi piace questa cosa’.
E TI CHIEDO DI …”
possiamo e dobbiamo fare all’altro richieste chiare e precise, ed ovviamente che siano fattibili. Pertanto diremo, ad esempio: ‘ti chiedo di smetterla’ oppure: ‘mi aspetto che tu cominci a chiamarmi …, ti accorga della mia reazione, mi chieda scusa’ cercando, come al primo punto, di essere meno generici e descrittivi possibile.
Ecco lo schema da riempire:
“QUANDO TU FAI… QUANDO TU DICI…
IO SENTO…
PERCHÉ AVREI AVUTO BISOGNO DI…
PERCHE’ PER ME E’ IMPORTANTE…
PERCHE’ CREDO, PENSO CHE…
E TI CHIEDO DI …”