TRAUMA e EMDR

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Il TRAUMA, COS’E’ PER L’EMDR?

Con l’EMDR potremmo definire il trauma psicologico come una “ferita dell’anima”, ossia qualcosa che ha un impatto negativo sulla persona che lo vive in quanto irrompe nel consueto modo di vivere cambiando profondamente il modo che la persona traumatizzata ha di vedere se stessa, il mondo e gli altri e condizionandone la vita quotidiana e le relazioni.

Tra le diverse forme di esperienze potenzialmente traumatiche a cui può andare incontro una persona nel corso della vita, esistono, secondo l’EMDR, piccoli traumi o “t” e grandi traumi o “T”.

Con “t” minuscole indichiamo quelle esperienze soggettivamente disturbanti che sono caratterizzate da una percezione di pericolo non particolarmente intesa. Si possono includere in questa categoria eventi come un’umiliazione subita o delle interazioni brusche con delle persone significative durante l’infanzia,  così come tutte le forme di disfunzionalità genitoriale vissute all’interno del nucleo familiare di origine, le  punizioni fisiche marcate e/o ripetute, gli abusi verbali o altri problemi subiti nel gruppo dei pari, le esperienze di vita avverse, le esperienze di fallimento.

I traumi “T” sono invece tutti quegli eventi che portano alla morte o che minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care. A questa categoria appartengono eventi di grande portata, come ad esempio disastri naturali, abusi, incidenti, suicidi, etc.

La ricerca scientifica ha dimostrato che, dal punto di vista emotivo,  le persone reagiscono mostrando gli stessi sintomi sia per eventi “t” minuscola che per eventi “T” maiuscola.

Non tutte le persone che vivono un’esperienza traumatica reagiscono allo stesso modo. Le risposte subito dopo uno di questi eventi possono essere moltissime e variare dal completo recupero e il ritorno ad una vita normale in un breve periodo di tempo, fino alle reazioni più gravi, quelle che impediscono alla persona di continuare a vivere la propria vita come prima dell’evento traumatico.

Dopo un trauma ‘il passato è ancora presente’

L’essere stato vittima di un evento traumatico porta a conseguenze che possono essere riscontrabili non solo a livello emotivo, ma lasciano il segno anche nel corpo di chi è sopravvissuto a uno di questi eventi. Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che le persone che hanno vissuto traumi importanti nel corso della vita portano i segni anche a livello cerebrale, mostrando, ad esempio, un volume ridotto sia dell’ippocampo che dell’amigdala. Queste scoperte, avvenute negli ultimi anni grazie all’utilizzo di strumenti di indagine sempre più sofisticati, gettano luce sulla stretta connessione mente-corpo. Ciò che ha un impatto emotivo molto forte si ripercuote anche a livello corporeo, quindi, risulta evidente che intervenire direttamente sull’elaborazione di questi eventi traumatici abbia un effetto anche la neurobiologia del nostro cervello.

Subito dopo aver vissuto un evento traumatico il nostro organismo e il nostro cervello vanno incontro ad una serie di reazioni di stress fisiologiche, che nel 70-80% dei casi tendono a risolversi naturalmente senza un intervento specialistico. Questo avviene perché l’innato meccanismo di elaborazione delle informazioni presente nel cervello di ognuno di noi è stato in grado di integrare le informazioni relative a quell’evento all’interno delle reti mnestiche del nostro cervello, “digerendolo”, ricollocandolo in modo costruttivo e adattivo all’interno della nostra capacità di narrare l’accaduto.

Ma cosa succede quando questo non avviene?

Alcune persone continuano a soffrire, ma anche a subirne gli effetti su scelte reali e atteggiamenti verso il sè e gli altri,  per un evento traumatico anche a distanza di moltissimo tempo dall’evento stesso. Spesso riportano di provare le stesse sensazioni angosciose e di non riuscire per questo motivo a condurre una vita soddisfacente dal punto di vista lavorativo e relazionale. In questi casi, quindi, il passato è presente.

Questo quadro sintomatologico, che può arrivare fino a delinearsi in un Disturbo da Stress Post-Traumatico, è caratterizzato appunto dal “rivivere” continuamente l’evento traumatico, continuando a provare tutte le emozioni, sensazioni e pensieri negativi esperiti in quel momento. E’ proprio quando ci si rende conto che le reazioni sono di questo tipo e che la sofferenza è significativa che è necessario chiedere aiuto ad uno specialista.

LE REAZIONI AL TRAUMA

Di seguito  alcune informazioni importanti da tenere presente quando si ha a che fare con persone che sono state esposte ad un evento traumatico. Esse possono essere un valido aiuto per comprendere quali siano le risposte tipiche a seguito di un evento di tale portata e quando è necessario intervenire con un supporto specializzato.

Di cosa abbiamo bisogno quando subiamo un’esperienza traumatica?
  • Avere una persona con cui parlare dei propri pensieri e sentimenti. È importante considerare il fatto di aver bisogno di un aiuto di una persona di fiducia per superare il momento.
  • Cercare di mantenere la routine quotidiana, per esempio tornare al lavoro al più presto, anche se la capacità lavorativa sarà ridotta perché ci si potrebbe stancare facilmente.
  • Essere consapevoli che, anche se le reazioni e le emozioni sono forti, questo è normale.
  • Darsi il tempo necessario per riguadagnare le proprie forze.
Le reazioni durante e subito dopo il trauma

Bisogna tener presenti alcune reazioni (o sintomi) in particolare, che in realtà proteggono da un crollo psicologico e che sono:

  • Senso di irrealtà – la sensazione di essere dentro a un film, le scene si svolgono come al rallentatore, i sensi sono acutizzati per fare una rapida valutazione dei pericoli presenti nella situazione, cercando delle vie d’uscita o altre soluzioni. Subito dopo l’esperienza traumatica, la realtà quotidiana attorno a noi può sembrare irreale o irrilevante, come se ci trovassimo sotto a una campana di vetro o in mezzo ad un incubo
  • Reazioni fisiche– in particolare, la tachicardia e il senso di nausea. In genere si sente caldo o freddo, oppure paura di stare da soli, bisogno di vicinanza, di un supporto e aiuto concreto
Altre reazioni che possono presentarsi successivamente
  • Pensieri intrusivi – che arrivano involontariamente pensieri, ricordi e immagini di quello che è successo. Compaiono soprattutto in momenti di rilassamento, per es. prima di dormire e si accompagnano di un senso di disagio.
  • Problemi di sonno – in genere il sonno è leggero, ci si sveglia spesso, si hanno degli incubi o sogni ricorrenti dell’evento.
  • Associazione con altri stimoli – è comune che alcuni stimoli ambientali, persone o situazioni richiamino l’evento in modo involontario. Questo è dovuto al fatto che l’evento viene associato ad altri fattori che provocano un certo malessere o ansia. Ovviamente lo stimolo da solo, se non venisse associato all’evento traumatico, non genera alcun disagio.
  • Difficoltà di concentrazione – poca concentrazione in attività quale la lettura, la visione di un film, il lavoro, ecc.
  • Reazioni fisiche – problemi di stomaco, senso di nausea, stanchezza.
  • Disperazione – difficoltà ad accettare i fatti attuali e non si riesce a pensare al futuro in modo adeguato.
  • Colpa – si ha senso di colpa ad esempio per essere sopravvissuti quando un’altra persona è morta o ferita gravemente. C’è una tendenza a colpevolizzarsi per non avere fatto a sufficienza. È comune dirsi: “Se io solo avessi…”
  • Vulnerabilità – paura del futuro oppure impazienza e irritazione con gli altri, sopratutto con i familiari. Indifferenza verso cose che prima dell’evento traumatico erano molto importanti per la persona. Questo a volte crea incomprensione con gli altri e ulteriori difficoltà.
  • Ricerca di un significato – le persone pensano ripetutamente a quello che è successo per cercare di capire e dare un senso a quanto accaduto. Sono molto comuni pensieri riguardanti la vita e la morte e le cause che hanno portato all’evento traumatico vissuto. Ci si rende conto di essere estremamente vulnerabili e si è in apprensione rispetto all’eventualità che l’evento traumatico possa ripresentarsi nuovamente.

 

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Dott.ssa Nadia Sanza

Psicologo Clinico – Psicoterapeuta – EFT - Advanced Schema Therapist- EMDR

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